lunedì 14 giugno 2010


IL SERGENTE NELLA NEVE

E’ un romanzo autobiografico scritto da Mario Rigoni Stern nel 1953, in cui ricorda il periodo in cui era sergente maggiore dei mitraglieri durante la ritirata di Russia del 1943.
Nel corso del romanzo l’autore compie molte riflessioni sulla guerra, che viene vista come elemento inutile, portatrice solo di odio e di violenza. I soldati non sono presentati come degli eroi, le loro imprese non sono enfatizzate, ma sono semplicemente degli uomini che devono fare i conti quotidianamente con la paura, la nostalgia di casa, la fame e la stanchezza.
Perché leggere questo libro?
Perché la grande capacità descrittiva di Rigoni Stern ci permette di rivivere paure, emozioni, odori e rumori della tragica spedizione in Russia dei militari italiani durante la Seconda Guerra Mondiale e ci fa capire meglio le sofferenze di una generazione segnata da un conflitto assurdo.
…E se alla fine anche i vostri occhi saranno un po’ lucidi significherà che la Penna di Rigoni Stern avrà raggiunto anche il vostro cuore!

20 commenti:

  1. Mi è piaciuto il tema , ma è stato un po' difficile comprenderlo tutto ... comunque bello .
    CARLOTTA G.

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  2. questo libro e' di certo una grande testimonianza di chi ha vissuto la guerra in prima persona... ma dal mio punto di vista e' un po' monotono, e come dice la Charly alcune parti sono un po' comlicate da leggere... comunque di sicuro la storia riflette molto la paura dei soldati e fa pensare a quanti danni porta la guerra.


    a presto e buone vacanze!!=)
    baciiiiiiiii Chicca

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  3. concordo con carlotta e chicca...

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  4. bè sì è vero non è semplicissimo in alcune parti ma l'inizio(sono a poco dopo che sono partiti inseguiti dai russi) ti prende molto...
    particolare che insieme agli alpini e al protagonista ci siano...dei meridionali! :-D
    alla fine la cosa che dava più problemi era il freddo.
    buone vacanze a tutti

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  5. Ma qui non sta leggendo nessuno!!
    Speriamo che vi stiate almeno dedicando alla scrittura!

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  6. Ma che cosa bisogna leggere?
    questo?
    comunque saluti dalla florida!
    :0

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  7. Sembra che “il sergente nella neve” non abbia raccolto grande entusiasmo… O forse non è stato ancora letto? Per me resta un libro bellissimo perché è una eccezionale lezione di umanità in una situazione così al limite (la guerra, la fatica, la fame, la sofferenza, la distruzione…). Credo che la chiave di lettura di questa testimonianza sia proprio qui: un uomo “qualsiasi” che conserva la sua umanità, la sua generosità, la sua dignità sempre e comunque, con i propri compagni, con il nemico russo (l’”altro”, il “diverso”…), con i civili che incontra nelle isbe, sia nel caposaldo che nella sacca, durante i combattimenti, ma pure durante il drammatico cammino di un ritorno che sembra senza prospettive. Nel mio cuore è stampata l’immagine del sergente che entra in un’isba in cerca di accoglienza e la trova, eppure fuori infuria la battaglia di Nikolajewka; nella piccola dimora trova qualcosa da mettere sotto i denti, ma trova anche i soldati russi, nessuno però fiata, nessuno si muove. Siamo in guerra: come può succedere questo piccolo “miracolo”?. La risposta è nella semplice, disarmante risposta di Rigoni Stern che scrive: “Anche i russi erano come me, lo sentivo. In quell’isba si era creata tra me e i soldati russi, e le donne e i bambini un’armonia che non era un armistizio. Era qualcosa di molto più del rispetto che gli animali della foresta hanno l’uno per l’altro. Una volta tanto le circostanza avevano portato degli uomini a sapere restare uomini”. Uguaglianza, fraternità, solidarietà… parole oggi dimenticate??

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  8. Un altro spunto di riflessione ci viene offerto dal rapporto di amicizia che si instaura tra i compagni e il loro sergente: Rigoni è un ufficiale che parla sempre con affetto e simpatia dei suoi “sottoposti”. In una situazione così difficile è fondamentale rimanere uniti, stare insieme, volersi bene, fare gruppo, in altre parole vivere concretamente la “fraternità”. In quest'ottica si capisce perché, dopo la battaglia di Nikolajewka, il nostro sergente viva la solitudine come un dramma, cammini come un automa, tutto gli sia indifferente. Ritroverà la speranza solo quando, fuori dalla sacca, rivedrà alcuni (troppo pochi a dire il vero) dei suoi compagni.

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  9. E' un libro molto bello, ma complicato, infatti in alcuni punti mi è stato difficile comprendere cosa c'era scritto.
    Ma comunque la cosa che più ma colpito è stato l'opportunismo dei tedeschi nei confroti degli italiani.
    Ma anche il modo in cui lo scrittore descrive in modo così preciso tutti i particolari... anche i più crudi.


    Buone vacanze a tutti! :)

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  10. Prof. non si preoccupi!
    Dal mio punto di vista questo libro è molto bello, ma allo stesso tempo complicato e in certi punti anche pesante.
    Di questo libro mi ha colpito maggiormente il finale, dove l'autore ricorda i compagni che "dormono" oltre le Alpi e che non ritorneranno mai a baita.
    Secondo me quest' uomo una volta finita la guerra è ritornato a casa maturato, con un grande messaggio di pace e, per trasmetterlo, ha voluto mettere per iscritto la sua esperienza attraverso le pagine di questo suo libro.

    A presto!
    Bea M.

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  11. E' vero, forse questo libro, per dei ragazzi della vostra età, può risultare un po' impegnativo o, come ha detto qualcuno di voi, "noioso" o "pesante".
    Abbiamo però scelto di proporvelo perchè riteniamo che abbiate la capacità e la maturità giusta per affrontare tematiche di questo tipo.
    E' infatti un "assaggio" di uno degli argomenti più importanti che affronteremo l'anno prossimo e fa parte di una serie di libri che, secondo me, "non si può non leggere".
    Quindi cercate di accostravi ad esso " con amore" e lasciatevi prendere dalla straordinaria Penna di Rigoni Stern!

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  12. ormai siamo alla fine delle vacanze ma io sono ancora all'inizio del libro! a dir la verità nn mi appassiona molto perchè è un po difficile da comprendere speriamo che leggendolo trovo la passione!! anche se ho visto che quasi tutti l'hanno trovato un pochetto noioso

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  13. Carissima Giada, secondo me non è importante capire tutti i passaggi "tecnici" della storia, ma appassionarsi alla vicenda profondamente UMANA del protagonista (come ho cercato di scrivere nei precedenti commenti). Comunque non è obbligatorio che tutti i libri che si leggono piacciano allo stesso modo. Anzi, come dicevano i latini, "de gustibus....". A proposito, chi è in grado di completare questa famosa sentenza?

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  14. cara prof. questa domanda non centra molto con l'argomento ma volevo solo sapere se i temi si possono fare a computer.

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  15. Cari amici, vi consiglio vivamente di terminare in fretta la lettura dei libri perchè gira la voce che ci sarà una verifica nei primi giorni.
    Voltaspia

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  16. Avvistato nei corridoi del collegio un giovane prof. confabulare con i colleghi delle medie.
    Sarà il supplente della mitica prof. Vergottini? Sembra proprio di sì!
    Attenti, cari amici della sezione B: "rumors" molto accreditati dicono che sia esigentissimo!!!
    Consiglio vivamente di terminare con cura anche i compiti delle vacanze di matematica!!!

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  17. Per Giada (e gli altri di 3A):
    ok per i temi scritti a computer, rispettando gli spazi e utilizzando una grafica adeguata.
    Pro memoria per tutti: il primo giorno di scuola portare i testi (tutti e tre)e i libri letti. Scoprirete se la voce di una verifica è una bufala o una notizia attendibile...
    A presto!!

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  18. cara prof Bonfi il mio libro è diviso in due partI: IL SARGENTE NELLA NEVE e IL RITORNO SUL DON vanno letti tutti e due??

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  19. Cara Giada,
    il libro assegnato è Il sergente nella neve.
    Ritorno sul Don è una raccolta di racconti; alcuni di essi completano la narrazione delle esperienze di guerra dell'autore durante la campagna di Russia. L'ultimo narra proprio il ritorno di Rigoni Stern sui luoghi della drammatica ritirata già raccontata ne Il sergente nella neve appunto. Ovviamente, se ti interessa, nulla ti vieta di leggerlo... A proposito: hai finito Il sergente? Come ti è sembrato? Voglio un parere sincero.
    Un abbraccio
    Prof. Bonfi

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  20. cara prof Bonfi
    il libro l'ho finito e l'ho trovato interessante anche se la parte iniziale è un po' noiosa perchè ripete le stesse cose. poi man mano che si legge è appasionante e trovi il loro gesto molto eroico.
    a lunedì baci

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