STORIA DI IQBAL
D’Adamo Francesco, Edizioni El
“Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro.
Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano
sono penne e matite”… L’autore di questa eccezionale testimonianza è il protagonista del secondo libro proposto per le letture estive. Le ha proclamate nel 1994 a Stoccolma ad una conferenza internazionale sul lavoro: aveva 11 anni! Il sogno di Iqbal era proprio quello di diventare avvocato per poter difendere i coetanei deboli e indifesi. Prima di diventare famoso, Iqbal era un bambino pakistano costretto a vivere in una condizione di semi-schiavitù come tessitore di tappeti. Anche questa è una appassionante storia vera, di grande coraggio e straordinaria umanità. Come Iqbal ancora oggi in Pakistan oltre 6 milioni di bambini sotto i 10 anni sono sfruttati; in Pakistan come in tanti altri paesi del mondo; anche in Italia. Iqbal è simbolo e speranza per i 250 milioni di bambini al mondo che sono vittime della schiavitù e dello sfruttamento. Ne abbiamo parlato quest’anno: certe cose non si possono dimenticare…
Bello , molto bello questo libro .
RispondiEliminaGrazie del consiglio ,
CARLOTTA G.
molto bello questo libro!!!!!!!
RispondiEliminapeccato che sia morto, però grazie a lui i bambini pakistani si sono ribellati e questo è un bene.
Come abbiamo già avuto modo di capire l'anno scorso (scolastico) il problema dello sfruttamento dei minori in realtà interessa tutti i Paesi del mondo, Europa e Italia compresa. Vi lancio una domanda: che cosa è fondamentale perchè possa scattare la "ribellione"???
RispondiElimina"...Fino a quando ci sarà nel mondo un bambino privato della sua infanzia, picchiato, violato, nessuno potrà dire: non mi riguarda" Che cosa ne dite? Non penso che la lettura di questo libro possa lasciare indifferenti!
RispondiEliminaLa storia di Iqbal è la vicenda di un adolescente che si ribella ad un'autorità dura e spietata e cerca in tutti i modo di salvare se stesso e i suoi compagni dalla schiavitù. Il suo è dunque un cammino verso la libertà. Questa è simboleggiata nel racconto da diverse immagini, tra cui quella dell'aquilone, che compare già dalle prime pagine ( vedi le parole di Fatima nel cap.1)
RispondiEliminaQuesta immagine ricorre poi in vari punti del libro e alla fine della storia diventa un oggetto più concreto, un aereo che farà volare Iqbal in Europa e in America.
Il tema del volo come simbolo di libertà è trattato in un bellisssimo mito greco, quello di Icaro. Se volete, potete leggerlo nella ricostruzione romanzata di Mino Milani "La storia di Icaro e Dedalo".
Anche Fatima ha un simbolo di libertà. Qual è?
RispondiEliminaPremio a settembre per il primo o la prima che riesce a dare una risposta corretta, motivata ed esauriente.
Ma dove siete finiti tutti?
RispondiEliminaVoglio lasciare un altro spunto di riflessione su questo libro.
Davanti alla libertà tanto agognata i bambini si sentono più smarriti che felici: non è infatti facile gestire la propria vita se nessuno ci ha insegnato a farlo, se non siamo stati resi responsabili di noi stessi e delle nostre azioni. Voi ragazzi state vivendo un'età in cui siete molto legati alle regole- sia familiari che scolastiche- ma avete nello stesso tempo un grande desiderio di autonomia e di autogestione. Come conciliate queste due necessità? Vi sentite "schiavi" dei vincoli che vi vengono imposti e che magari non condividete oppure, al contrario, amate seguire delle regole perchè vi danno sicurezza?
Iqbal muore nel giorno di Pasqua mentre si trova nel suo villaggio e sta risalendo con la bicicletta un viottolo in piedi sui pedali "per vincere la resistenza della salita": un gesto quotidiano, semplice, che però nello stesso tempo è molto significativo perchè, se ci pensiamo bene, tutta l'esistenza di Iqbal è stata un tentativo di vincere la resistenza della "salita" verso la libertà attraverso la denuncia delle condizioni di lavoro nel suo paese.Questa "salita" l'ha reso un uomo adulto, consapevole e forte, convinto che la lotta per una causa giusta può servire a migliorare le sorti del mondo.
RispondiEliminaChe senso ha allora la sua morte? Con lui sono morti anche i suoi sogni?E' stato tutto inutile?
Carissimi ragazzi e carissime colleghe, mi avete coinvolta nelle vostre letture estive...Certo che non deve essere facile portare avanti le proprie idee ed i propri ideali come ha fatto Iqbal...A voi l'augurio di essere sempre capaci di andare "contro corrente" e di avere il coraggio, quando si è testimoni di un'ingiustizia, di denunciarla!
RispondiEliminaCarissima prof. Bianchi,
RispondiEliminase ti è piaciuto questo libro, vorrei suggerirtene un altro di questo genere , però più "al femminile". A me è piaciuto tantissimo.
E' ambientato in India e si intitola "Con il sari rosa" . Bacionissimi a te e alle principesse
Scopro con orrore che nessuno è ancora riuscito a dare una risposta al mio quesito del 24 luglio!!!
RispondiEliminaPeccato!!!
Non amate le sfide un po' difficili?
Richiamate le vostre menti, le vacanze sono quasi terminate!
cara prof Bonfi come sa non amo molto la lettura ma questo libro mi è piaciuto tantissimo!! trovo il gesto di Iqbal molto coraggioso e eroico!! peccato che alla fine il racconto si conclude male...
RispondiEliminaQuesto libro mi è piaciuto moltissimo anche se purtroppo il racconto si conclude male. Secondo me
RispondiEliminaiqbal è sempre stato molto coraggioso. Il fatto che mi è piaciuto di più di questo libro è stato alla fine quando tutti gli sforzi di Iqbal sono serviti a ritrovare la felicità di molti ragazzi della nostra età.
Questo libro è davvero fantastico non vedo l'ora di ricominciare la scuola e di farvi conoscere Caterina una mia carissimissima amica che sarà in classe con noi ci vediamo tra 2 giorni baci Lisa
RispondiEliminasono molto curiosa di conoscere Caterina...
RispondiEliminabe la vedrai tra un po' più di 12 ore:)ci vediamo domani baci Lisa
RispondiEliminamolto bello.
RispondiEliminaFrancesco polvara